Sulla Cresta dell'Appennino

Sulla Cresta dell'Appennino

Mattia Bertani

Primo evento di questo 2025 ricchissimo di appuntamenti, che vede Special Stages sempre più presente nel panorama automotive italiano. E non solo automotive, visto l’inizio della nostra avventura nel mondo delle due ruote, né solo italiano, grazie ai tour che ormai ci portano anche oltre confine.

Ma concentriamoci su questo primo evento, che si svolge su strade quasi interamente inedite per Special Stages: un tour che parte a sud di Parma, si addentra nell’Appennino, sconfinando in Toscana, per poi fare ritorno e chiudere l’itinerario ad anello.

IL TOUR

Il ritrovo, come sempre, è al mattino, in questa caldissima domenica di marzo, con un meteo che, fortunatamente, è migliorato negli ultimi giorni.

Si parte da Langhirano, località famosa per la produzione del Prosciutto Crudo di Parma, dove presentiamo una novità per questa stagione: il nuovo Mag di Special Stages. Si tratta di un periodico incluso nell’iscrizione agli eventi Special Stages, in cui raccogliamo recensioni, racconti di viaggio, esperienze e tutto ciò che ruota intorno al nostro mondo. Una sorta di evoluzione dei roadbook dello scorso anno, ma con più spazio per contenuti curati. Il roadbook con le indicazioni stradali torna invece alla sua forma classica, separato dal magazine, per essere più facilmente consultabile.

L’itinerario di questa prima parte del tour è semplice: basta seguire la SS665 in direzione sud.

Usciti da Langhirano, la monotona statale attraversa alcuni paesi fino a superare il fiume Parma; da qui, però, la monotonia finisce.

L’asfalto è asciutto e in buone condizioni, la carreggiata è larga, il traffico praticamente assente e la strada scorre veloce tra le colline, con continui saliscendi che, a tratti, scompongono anche la vettura. Una botta di adrenalina, pronti via!!

Dopo aver attraversato qualche centro abitato – dove si procede con cautela –, il paesaggio si fa sempre più montano e la strada inizia a inerpicarsi, ma sempre veloce, verso il Passo del Lagastrello. Le nuvole in lontananza si fanno cupe e non promettono nulla di buono.

Avvicinandoci al passo, ormai lontani dalla civiltà ma con ancora una strada spettacolare, l’asfalto diventa umido, qualche goccia di pioggia inizia a cadere sul parabrezza, fino a quando, sul valico, troviamo l’asfalto completamente bagnato, segno che ha smesso di piovere da poco.

Comincia la discesa sul versante toscano, e subito scorgiamo le piante completamente innevate poco sopra di noi, a non più di 100 metri oltre le nostre teste.

L’asfalto è bagnato e, nei tratti tra gli alberi, anche sporco di foglie cadute, ma resta perfettamente uniforme e sempre deserto. Il percorso offre una successione continua di curve e allunghi, immersi in un panorama suggestivo.

Dopo Tavernelle, il percorso diventa più monotono. La statale attraversa vari centri abitati fino ad Aulla, dove il traffico aumenta, e con esso arriva anche la pioggia.

Da Aulla il trasferimento prosegue lungo la SS63. Il traffico e la pioggia ci accompagnano per tutta questa parte meno emozionante, fino a Fivizzano, dove finalmente la strada si svuota e la pioggia smette. Un bellissimo regalo del destino, proprio prima della salita verso il Passo del Cerreto.

L’asfalto è umido, il cielo completamente coperto, ma riusciamo comunque a goderci la salita. Purtroppo il divertimento si interrompe un paio di chilometri prima del passo, quando le nuvole basse si trasformano in nebbia. Qui la neve non è solo sulle piante, ma anche a bordo strada, anche se fortunatamente il fondo resta perfettamente transitabile.

Giunti in cima, ci fermiamo al Ristorante del Passo del Cerreto per una pausa al caldo. Intanto, fuori il meteo continua a cambiare: sole, pioggia, schiarite improvvise che lasciano intravedere il panorama, e poi di nuovo neve.

Per fortuna, quando ripartiamo, le condizioni sono migliorate. L’asfalto è ancora bagnato, ma solo per i primi chilometri.

La discesa per tornare in Emilia è spettacolare: ritroviamo l’asfalto asciutto e il sole caldo che ci accompagna verso valle, lungo un tratto ancora una volta privo di traffico.

In alcuni punti la strada ricorda il Passo della Cisa – da cui non siamo lontani – con un susseguirsi infinito di curve, un’ottima alternanza tra tratti lenti e veloci, e saliscendi che esaltano sia la guida che il panorama. Dopo Cervarezza, il paesaggio si apre sulla Pietra di Bismantova, un monte dalla forma inconfondibile: un imponente massiccio cilindrico che si staglia rispetto al paesaggio circostante.

Con l’ingresso nei centri abitati torna anche il traffico. Abbandoniamo la statale per prendere la SP79, che ci porta tra le colline in direzione dell’arrivo.

Purtroppo, il fondo stradale è in pessime condizioni, e siamo costretti a procedere con cautela. Un vero peccato, perché con un asfalto migliore sarebbe stato un tratto molto divertente, più simile a un percorso rallistico, con carreggiata stretta e ritmo serrato.

L’itinerario si conclude con l’ultimo tratto di trasferimento fino al Parco di Marano, dove ci attende il consueto apericena finale. Il sole cala, le temperature scendono di nuovo alla fine di una giornata che, avendoci portati attraverso primavera, autunno, inverno e poi, per fortuna, di nuovo primavera, ci ha permesso di inaugurare ufficialmente la stagione 2025.

Ringraziamo tutti i partecipanti e ci auguriamo di rivedervi nei prossimi eventi di questa stagione, che si preannuncia ricca di appuntamenti!

Questa recensione sarà disponibile anche in versione cartacea sul prossimo numero del Mag di Special Stages, in distribuzione a partire da giugno. Tutte le foto dell’evento, invece, sono già disponibili nel nostro database, insieme agli scatti di tutti gli altri eventi organizzati da Special Stages!

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