Upland Ride - 19 Giugno 2022
Aver ripreso a organizzare eventi dopo i 2 anni di stop ci porta a voler nuovamente andare alla scoperta di nuove e fantastiche strade. Per farlo ovviamente ci dobbiamo spostare in quelle regioni d’Italia che conosciamo ancora poco.
Per il mese di giugno abbiamo quindi deciso di spostarci verso il nord-est, più precisamente in Veneto, una regione in cui, tolte alcune strade percorse sulle Dolomiti, come Special Stages non ci siamo mai stati.
Abbiamo voluto pianificare quindi un Tour che partisse dal vicentino, precisamente da Schio, e passasse dall’Altopiano di Asiago e altri passi della zona per terminare facendo ritorno al punto di partenza.
IL TOUR
Il ritrovo, come da tradizione, è intorno alle 9.30 di domenica mattina. La location è a Schio (VI) presso il Podere La Torre, una struttura davvero stupenda e di alto livello che è aperta al pubblico anche per le piscine che dispone nel bellissimo contesto del parco di fronte all’edificio principale.
Tra l’altro, qualche partecipante ha pernottato presso la stessa struttura, confermando quanto sia stata un’ottima scelta.
Sotto al portico, in un’area riservata per noi, sono stati preparati i tavoli per la colazione per tutti i partecipanti all’evento e dopo le registrazioni di tutti i partecipanti con la colazione fatta siamo tornati alle auto pronti a partire.
Partiamo subito con un tratto di trasferimento, attraversando il centro abitato di Schio verso est in direzione di Asiago lungo la SP350.
Sapevamo che essendo una domenica di metà giugno, con un meteo perfetto ed essendo in una zona molto turistica avremmo incontrato parecchio traffico, soprattutto in questa prima parte che ci porta a percorrere la famosa salita del Costo di Asiago, quasi “terrorizzati” dalla pressione psicologica che ci hanno fatto per quanto riguarda i controlli a tappeto da parte delle Forze dell’ordine in questo tratto di strada.
C’è da dire, che anche volendo il traffico non permetteva di tenere passi veloci, anche per la presenza di 2 autovelox con limite a 90 km/h che si incontrano lungo la salita…ma controlli di pattuglie, per fortuna non ne abbiamo incontrati.
Sicuramente, in assenza di traffico, la salita del Costo di Asiago, sarebbe davvero veloce ed emozionante grazie all’asfalto perfetto e dal grande grip, ma come inaspettatamente scopriremo, per questo aspetto non potremo lamentarci per il resto della giornata.
Con un traffico che non è nemmeno particolarmente eccessivo proseguiamo lungo la SP 349 fino ad Asiago dove, rimanendo sempre sulla stessa strada, seguiamo le indicazioni per il Passo Vezzena.
Qui il fondo stradale non è più propriamente perfetto, ma lontano dall’essere rovinato, e corre verso il passo, passando dal Veneto al Trentino, in un misto di curve e rettilinei che permettono di sorpassare agevolmente il traffico che pian piano diventa meno presente. Pochi chilometri prima del passo poi le piante dei boschi a bordo strada lasciano spazio alle grandi distese e panorami di questo fantastico altopiano.
Raggiunto il passo ci fermiamo per la prima sosta dove attendiamo tutti i partecipanti per raggrupparci prima di ripartire, piacevolmente sorpresi dal traffico che è già diminuito parecchio.
Dopo la sosta il primo tratto di strada ci porta ad attraversare alcuni centri abitati che non permettono un passo molto veloce, causa anche ancora un po’ di traffico, fin quando arriviamo al Passo Sommo.
Lasciamo la strada principale svoltando a sinistra sulla SP142, una strada a tratti molto tortuosa e altri più veloci che troviamo praticamente priva di traffico.
Si guida per tutto il tratto tra le piante, senza particolare vista sui panorami che ci circondano, ma poco importa perchè qui finalmente possiamo dedicarci alla guida su questo tratto che corre sul fianco della montagna senza particolari salite o discese fino a passare nuovamente il confine e tornando quindi in Veneto.
Tutto questo settore è caratterizzato da un guidato abbastanza veloce continuo con una curva che si fionda dentro la successiva con pochissimi e brevi rettilinei.
Solo nell’ultima parte la strada visibilmente inizia a salire in quota fino a trovare lo svincolo per la SP92.
La SP92 presenta particolarmente nel primo tratto un panorama incredibile grazie all’assenza di piante ad alto fusto. La strada, un po’ strettina, si trova a picco sulla vallata e sale fino a scollinare attraverso il Valico Valbona.
Iniziamo così a scendere, ritornando ancora una volta in Trentino, fino a raggiungere il Lago Coe, un invaso artificiale nato dal ripristino dell’area su cui sorgevano le sezioni di lancio Bravo e Charlie della Base Tuono, ex base missilistica del periodo della guerra fredda, di cui oggi rimane solo la sezione Alpha che è una visitabile meta turistica.
Qui facciamo una sosta un po’ più lunga per permettere a tutti i partecipanti un po’ di relax dopo quest’ultimo intenso tratto di strada e, per chi vuole, fare uno spuntino presso il Bar Hangar. Purtroppo colpisce un po’ tutti la scarsità della verdissima acqua presente nel lago che ne ha più che dimezzato le dimensioni a causa della poca neve caduta nell’ultimo inverno.
È ora di ripartire.
La carovana prosegue lungo la SP143 verso ovest, salendo verso il vicino Passo Coe e scendere fino a Folgaria. Il traffico continua a essere scarso, cosa che non ci saremmo aspettati in questa giornata dal meteo più che perfetto.
Da Folgaria saliamo lungo la SP2 fino a Serrada per poi iniziare la discesa verso Rovereto. La strada è un po’ stretta in questo punto, e diventa difficile riuscire a sorpassare in quanto i brevi rettilinei ci impediscono di fare la manovra in sicurezza, ma per fortuna anche qui il traffico non è eccessivo.
Poco prima di arrivare a Rovereto, all’altezza del comune di Noriglio, lasciamo la SP2 e imbocchiamo la SS46, la Strada Statale del Pasubio, ultima e fantastica salita della giornata.
La sede stradale qui è per lo più ampia, quasi totalmente priva di traffico e dall’asfalto perfetto, di quelli che garantiscono un bel grip. Un tratto molto tortuoso ma veloce e che nella prima parte non passa all’interno di nessun centro abitato fino al comune Anghebeni. Dopo il centro abitato si trovano invece alcune frazioni e paesini mentre si sale fino al Passo Pian delle Fugazze.
Strada molto bella, emozionante e consigliatissima, anche se i locali avvertono di fare molta attenzione ai controlli molto rigidi, soprattutto sulle modifiche alle auto…ma a noi, oggi, è andata più che bene.
Arrivati al passo facciamo una piccola deviazione lungo la SP99, un breve tratto di 2km a passo molto calmo vista la presenza di numerosi turisti a piedi, che ci porta fino all’Ossario del Pasubio, ultima sosta lungo il percorso di questo Tour che si è dimostrato forse più bello del previsto, proprio per lo scarso traffico incontrato.
L’Ossario del Pasubio, noto anche come Sacrario militare del Pasubio, è un monumento in memoria ai caduti della pima guerra mondiale che sorge su un promontorio affacciato sulla Val Leogra da dove la vista arriva fino alla pianura veneta.
In queste zone vicine al confine con l’Europa dell’est, che sono state particolare teatro della grande guerra, sono numerosi i monumenti e i richiami militari, ma come abbiamo visto al Lago Coe, non sono solo relativi alle guerre mondiali.
Nel parcheggio ci siamo quasi solo noi, il che ci permette di posteggiare in modo ordinato tutte le auto. Una sosta di una mezz’oretta abbondante ci permette di visitare l’Ossario e godere del fantastico panorama che si vede da questo punto, oltre a poterci rinfrescare presso il bar visto il caldo intenso di questa giornata.
Il fresco che abbiamo incontrato alla sosta al Lago Coe ormai è un lontano ricordo.
È il momento di affrontare l’ultimo tratto che ci separa dall’arrivo. Torniamo al Pian delle Fugazze e scendiamo sul versante veneto lungo la SP46. Un percorso molto tortuoso nella prima parte che rende difficili i sorpassi, caratterizzato da un asfalto molto ruvido e un po’ rovinato, che diventa sempre più veloce scendendo verso valle, ma anche più trafficato.
Ormai siamo quasi arrivati alla fine del Tour e raggiungiamo nuovamente Schio per fare ritorno al Podere La Torre.
Finalmente un po’ di relax per goderci l’abbondante aperitivo a fine evento nel bellissimo contesto di questa struttura veramente di prestigio, che ci promettiamo di tenere in considerazione per futuri eventi.
La giornata si è svolta al meglio, caratterizzata da un itinerario che, come ci aspettavamo, è risultato fantastico sia dal punto di vista dei panorami che dalla guida, ma con l’aggiunta di un traffico non particolarmente eccessivo, e anzi, in molti tratti praticamente assente.
Se a tutto questo ci aggiungiamo una delle strutture più belle in cui siamo mai stati non possiamo che essere super contenti della riuscita di questo evento!
Ringraziamo tutti i partecipanti, tantissimi alla prima esperienza con Special Stages, tantissimi che ci hanno fatto i complimenti per la tipologia dei nostri eventi.
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